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Storia e vocazione del paese nel nuovo stemma
È avvenuta nei giorni scorsi la consegna ufficiale del gonfalone del Comune di Ollolai da parte del prefetto di Nuoro Vincenzo D'Antuono.
L'evento si è consumato a margine dei festeggiamenti in onore di San Basilio, immediatamente dopo la celebrazione della messa. Hanno partecipato alla cerimonia, oltre al Prefetto e alla municipalità, i massimi rappresentanti provinciali delle forze dell'ordine e diverse centinaia di persone che hanno seguito il tutto assiepati nel ristrutturato sagrato della chiesetta di San Basilio. Nell'introdurre la consegna del decreto e delle miniature sottoscritte dal presidente della Repubblica, il prefetto ha sottolineato l'importanza del riconoscimento di uno stemma-gonfalone per una comunità nobile come quella di Ollolai. Il gonfalone è stato realizzato da una società specialistica in araldica che, dopo aver scandagliato la storia di Ollolai, ha proposto lo stemma approvato dal presidente della Repubblica. Si tratta di uno scudo troncato, con il simbolo della fenice che rinasce dalle proprie ceneri. Simbolo di immortalità unico in Sardegna che viene riconosciuto a Ollolai in quanto storica capitale della Barbagia distrutta dal fuoco nel lontano 1490 e rinata sulle proprie ceneri. La fenice è un uccello mitologico con le sembianze di aquila. Altro simbolo è quello del fontanile, inserito in onore della fontana “Regina fontium” o meglio sarebbe “Sa ontana manna”, sorgente maestosa, conosciuta in tutta la Sardegna per la sua purezza e freschezza. Chiudono lo scudo due pecore pascenti su prato verde, simbolo del substrato culturale e sociale della comunità.
Il paese del Fiore sardo e dei pastori, da sempre guida anche nelle recenti battaglie sul prezzo del latte e, soprattutto, protagonista di un vero miracolo economico nell'immediato dopoguerra con la trasformazione di un paese povero di servi pastori in una comunità di importanti proprietà sparse in tutta l'Isola. Infine, nella parte bassa è presente il fiocco con la scritta “Caput barbaricinorum”, appunto per l'antica capitale della Barbagia. Il colore del drappo è il celestino “meschinu”, da sempre riconosciuto come colore della comunità in quanto riportato in tutte le strutture pubbliche e private.