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Ollolai. Il progetto avviato dopo l'incontro dei sindaci con i genitori, gli insegnanti e i dirigenti degli istituti del territorio Il presidente dell'Unione: «Così scongiuriamo i tagli» A rischio chiusura diverse scuole dei centri di montagna. E così l'Unione dei Comuni della Barbagia avvia il piano sperimentale che punta a tenere aperti anche gli istituti più piccoli.
La legge Gelmini non lascia scampo ai piccoli comuni di montagna: con i numeri attuali si chiude la scuola elementare e media ad Ollolai, Sarule, Tiana, Lodine, Oniferi e Olzai. Una condizione inaccettabile per le piccole comunità che lottano per sopravvivere e che hanno deciso, appena due anni fa, di associarsi in una unione dei comuni denominata Barbagia. Ecco quindi l'idea per resistere ai tagli: creare una scuola territoriale.
LA RESISTENZA Se ne è discusso martedì sera in una affollatissima assemblea tenutasi nella sala Leanda ad Ollolai. Alla riunione, convocata dall'amministrazione comunale, hanno partecipato genitori, insegnanti, dirigenti scolastici, ma anche i rappresentanti delle associazioni del paese. Dopo la relazione introduttiva del sindaco Efisio Arbau e del preside dell'istituto comprensivo di Gavoi Pietro Masuri, sono intervenuti genitori e insegnanti. La contrarietà al taglio è stata unanime, con la convinzione che non solo i disagi per i viaggi degli scolari ma la chiusura dell'unico presidio culturale, siano il preludio allo smantellamento dell'intera comunità. L'assemblea ha deciso, pertanto, di avviare una duplice azione: organizzare una giornata di protesta che coinvolga tutti i paesi del circondario, con una manifestazione pubblica che renda evidente la contrarietà delle comunità; e la costituzione della scuola del territorio con paesi aderenti all'Unione Barbagia.
LA SCUOLA UNICA L'obiettivo è quello di costruire una scuola territoriale che punti a risparmiare risorse ma a tenere aperti tutti i presidi scolastici anche nei piccoli comuni. Il presidente dell'Unione Barbagia Francesco Bussu ha già chiesto all'assessore alla pubblica istruzione della provincia di Nuoro di fissare una riunione nella quale discutere del piano provinciale riguardante l'ambito barbaricino con i soli comuni dell'unione che presenteranno un proprio piano di riordino scolastico, con l'assenso e la collaborazione di genitori ed insegnanti.
IL SODALIZIO «Un lavoro molto difficile ma ineludibile - ha precisato Francesco Bussu - se si vuole preservare anche in Barbagia il diritto all'istruzione che viene sancito dalla Costituzione. È nostro intendimento affrontare la riforma Gelmini attraverso lo strumento più forte che abbiamo a disposizione: la coesione territoriale».
GLI OBIETTIVI Sulla stessa lunghezza d'onda anche Cristina Sedda, sindaco di Ovodda: «Abbiamo una popolazione in crescita ma non ci nascondiamo dietro l'egoismo di chi sta un po' meglio degli altri. Ho già detto più volte che parlare non serve, è il tempo dell'agire: noi dell'Unione Barbagia abbiamo in mente la scuola del territorio e credo che riusciremo a costruirla con l'apporto di tutti». In cosa consista l'idea di creare una scuola con i confini dell'unione Barbagia è presto detto. «Facciamo in modo di tenere aperti tutti i presidi scolastici - tuona il sindaco di Tiana Cesarina Marcello - in quanto sono gli unici presidi culturali nei nostri borghi montani, con l'intenzione di fare viaggiare i nostri bambini quando è strettamente necessaro. Siamo diventati una cittadina di undicimila abitanti e di ottocento scolari, adesso vogliamo mettere in pratica quanto previsto dalla legge 12 del 2005, con l'istituzione di scuole territoriali».
I FONDI La legge regionale di riordino di comunità montane ed unioni di comuni, prevede, infatti, finanziamenti ai piccoli comuni che si associano anche per gestire il sistema dell'istruzione. Una riforma che è appena partita e che stenta a decollare ma che vede in Barbagia un vero e proprio avamposto di sperimentazione. Quindi, protesta verso il decreto Gelmini, ma anche studio di un nuovo modo di percepire l'organizzazione scolastica. «Chiediamo la collaborazione della Provincia e della Regione - conclude il presidente dell'unione Barbagia - per provare a riformare sul serio un sistema che deve reggere alla scure berlusconiana e all'inesorabile spopolamento». La sfida è appena iniziata anche se si concluderà con la chiusura del piano di riordino regionale da fare entro il 30 novembre. In caso contrario sarà un commissario governativo a decidere per i sardi e per i barbaricini. Per i sindaci sembra un'ipotesi inverosimile anche alla luce del fatto che è interesse di tutti costruire il futuro.
fonteunionesarda.it MICHELE ARBAU