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“Sas viddas sardas non cherene s’accabadora pro s’iscola”. Lo dice in sardo Tonino Bussu, per annunciare un’assemblea popolare, ma anche politica e sindacale per porre rimedio al ciclone Gelmini che nel centro dell’isola potrebbe travolgere piccole scuole e istituti scolastici comprensivi.
S’accabadora era una donna leggendaria che poneva fine alla vita delle persone in agonia. Come le scuole che secondo la Gelmini dovrebbero morire perchè sofferenti per carenza del numero di studenti che invece sono numerosi nel nord e nei capoluoghi. Ma non per questo le scuole dei piccoli paesi, come quello di Ollolai, debbono perire e gli alunni emigrare in scuole più fortunate.
Tonino Bussu, sardista, ex sindaco di Ollolai e professore della scuola media in pensione, ha chiamato rinforzi. Ha indetto un’assemblea, per sabato, che si preannuncia rumorosa e rivendicativa. Nel salone parrocchiale di Ollolai, alle ore 17, arriveranno in forze i componenti del gruppo sardista del consiglio regionale, assessori e politici. Oltre alla popolazione di Ollolai, naturalmente, e agli operatori scolastici della zona. Titolo: “Quale futuro per la scuola in Sardegna?”. Introdurrà lo stesso Tonino Bussu, seguirà la relazione del consigliere regionale Paolo Maninchedda e gli interventi di Gianfranco Mussoni, segretario confederale Cgil di Nuoro, Tonino Ladu, assessore provinciale all’istruzione, Felicina Corda, segretaria provinciale della Uil-scuola, Sergio Masia, dirigente scolastico di Macomer, Ignazio Ganga, segretario confederale Cisl di Nuoro e Maria Antonietta Mongiu, assessore regionale alla pubblica istruzione. Le conclusioni verranno tratte da Giuseppe Atzeri, consigliere regionale sardista. “Siamo consapevoli che lo spopolamento delle nostre comunità - riflette Tonino Bussu - è la conseguenza della realtà socio economica, della mancanza di produttività, delle scelte politiche della nostra classe dirigente, dello spettro della disoccupazione permanente. Ora arriva anche la legge Gelmini che, come una accabadora, appunto, minaccia di dare il colpo di grazia alle nostre comunità con la cancellazione delle scuole”. fonte nuovasardegna.it