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Questa volta si andrà fino alla fine: fino a quando il prezzo del latte sarà quello che i produttori accetteranno.
Una protesta che il Copas, cioè il coordinamento dei pastori sardi, riuniti in comitati spontanei in tutte la campagne dell’isola, sta preparando. E che esploderà con l’incontro degli stati generali dei comitati che avverrà a Ollolai il 27 ottobre. L’annuncio dell’incontro è stato dato con un articolato documento dal coordinatore regionale dei Copas, Priamo Cottu, pastore ollolaese che ha voluto anche anticipare che la protesta «colpirà la classe politica, le associazioni di categoria e, soprattutto, gli industriali caseari». Tutti i comitati sono chiamati a riunirsi a Ollolai, per riprendere i discorsi rimasti in sospeso a seguito di promesse mai mantenute. «L’oggetto dell’incontro - afferma Priamo Cottu - è la pianificazione delle iniziative di lotta contro il sistema dei baroni, quelli che comprano latte e quelli che vendono mangime, ma anche contro quelli che restano inetti nel palazzo della Regione. Il nostro movimento, sottolinea Cottu - ha sempre puntato il dito contro il sistema dell’agroindustria, anche con la denuncia all’antitrust contro il cartello che blocca il mercato del latte, ma, questa volta andiamo allo scontro con tutti i livelli anche istituzionali». Una vera e propria dichiarazione di un conflitto che riparte da quell’accordo del dicembre 2004 tra Regione, industria casearia e associazioni di categoria. Quell’accordo dei famigerati 14 centesimi di euro, che la Regione avrebbe dovuto erogare ai pastori in aggiunta ai 51 promessi dagli industriali. Per portare il prezzo del latte a 65 centesimi. Quei 14 centesimi però non vennero mai erogati: furono integrati nella misura di sviluppo rurale denominata del ‘benessere animale’. «Un errore grossolano del presidente Soru - specifica il coordinatore dei pastori - Infatti, spinto dalle associazioni di categoria, di fatto regalò il nostro latte ai baroni del latte a un prezzo irrisorio in cambio di denaro pubblico che sarebbe dovuto arrivare a favore del settore e che purtroppo non è ancora arrivato a tutt’oggi per la predisposizione di quella promessa serie di misure di sviluppo rurale». Ora a distanza di tre anni i problemi strutturali si sono acuiti con aziende sotto sequestro, prezzi dei mangimi e dei concimi alle stelle e un prezzo del latte invisibile. Perciò il Copas proclama la sua lotta che questa volta sarà dura e lunga fino al raggiungimento di un accordo che sia equo anche per i pastori. fonte nuova sardegna