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"Il mio unico vero amico era Marco Traversi. Lo era da anni, da quando nel liceo salivo nel suo corridoio durante gli intervalli per parlare e parlare della vita e del mondo e della storia e di tutto fino a sentirmi bruciare la testa in un attrito di pensieri inarrestabili. Le uniche cose che avevamo allora erano una quantità apparentemente illimitata di tempo e un fastidio molto concentrato per quasi tutto quello che ci circondava; non ci riconoscevamo nei nostri ruoli di figli né di studenti né di abitanti della nostra città né di cittadini del nostro paese. Era così che io e lui eravamo diventati amici: avevamo visto uno dell'altro lo stesso genere di non-appartenenza, lo stesso sguardo di esuli in casa propria." Di noi tre - Andrea de Carlo